Por Jesús Eguía

Inauguración del festival 38 Festival Nazionale del Teatro per i Ragazzi, el más antiguo de Italia de teatro infantil. El Piccolo Teatro Don Bosco guarda cierta magia pero sobre todo una excelente distribución de butacas para un gran escenario, además de elementos técnicos más que suficientes para albergar cualquier cosa. Para este primer día, la directora del festival se encargó de introducir datos interesantes: los 10 espectáculos de la programación han sido elegidos entre 150 que han visto a lo largo del año, dando su palabra de que no se podrá ver nada que no sea bueno y de momento, chapó.

 

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Abre Bianca, Neve e i tre Settenani, de la compañía Mutamenti/Teatro Civico 14, con  una inteligente escenografía que, sin dar pistas que impliquen lo que se ha venido en denominar “spoiler”, saca punta con tirabuzón a un clásico entre los clásicos. Desde la resolución musical de los enanitos con partituras de Paky Di Maio que, por cierto, no nos hacen echar de menos a Disney y eso sí que es un logro, hasta el postmodernismo del “Espejo mágico”, todo en esta versión sorprende y divierte a peques y mayores. Quizá ahí esté unos de sus mejores trucos: es capaz de jugar con doble o triple lectura según la edad y sin que ello produzca interferencias en las diferentes lecturas. En definitiva, Bianca, neve es un éxito en el único lugar donde puede existir el éxito en el teatro infantil: en el juego dramático. Tan sólo cuatro actores, tan sólo cuatro, logran encarnar a la Reina, los enanos, el cazador, el príncipe, Blanca (nieve) y por supuesto, el fantasma del Espejito mágico, sin necesidad de recurrir a muñecos. Los tiempos medidos al milímetro, el vestuario resolutivo y genial de Alina Lombardi  y la encarnación de los personajes, hacen que uno acabe contando personas y buscando parecidos para descifrar cuánta gente está pasando por el escenario. Más de un niño acabó boquiabierto al desvelarse los cuatro únicos sujetos que levantaban todo aquel plantel. Y de entre todos destaca el director y dramaturgo Roberto Solofria, quien además carga sobre sus hombros con el trabajo más duro y brillante de los actores (de nuevo guardo silencio por no quemar “spoilers”). La ficha de la compañía reza “Espectáculo apto para menores de…”, yo por mi parte y según he visto en mis hijos, lo ajustaría a lo siguiente: a partir de 4 años el niño lo disfruta aunque a veces se pierda en los cambios respecto al de Disney y a partir del minuto 45 se impaciente, si bien este margen, los 45 minutos, sea algo común para toda clase de espectadores del s. XX pero que a los teatreros les cuesta asumir; a partir de 5 años el niño lo vive con pasión, se sorprende de los giros e incluso acaba tapándose los oídos asustado por lo que pudiera pasar para luego abrirlos y partirse de risa o quedarse boquiabierta; a partir de 6, es una fiesta de principio a fin.

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Sin embargo, hay un detalle que a día de hoy no soy capaz de dejar pasar. La obra se mueve entre dos personajes femeninos. El primero, Bianca (neve) es ingenuo, inocente, frágil, incapaz de sostenerse por sí mismo y cuya única virtud es la belleza. El segundo, la Reina, es vengativo, cruel, maledicente, amargado y todo ¿por qué? Por carecer de la belleza de Bianca, es decir, la belleza se presenta como el único valor femenino. Por contra, todos, todos los personajes masculinos, incluido el enanito más infantil, son autosuficientes, generosos, fuertes en la medida de su altura, valientes ante la incertidumbre, resolutivos y, por tanto, su función es la de proteger, educar, aleccionar a esa mujer ingenua que es Bianca. Esto es así en la colección de los Grimm y así lo ha mantenido el espectáculo de mutamenti/teatro civico, un hecho que tampoco me ha parecido que llamara la atención en el corrillo de los mayores al que me integré al acabar la función pero que, sin duda, sí que lo habría hecho en la patria de los hermanos Grimm, el Berlín actual.

P.D. Un día después todos en casa seguimos tarareando la canción de los enanitos.

Por Jesús Eguía

DATOS TÉCNICOS: 

Lugar: Piccolo Teatro de Padova (Italia)

Fecha: 28/09/2019; 16:00

Bianca, Neve e i tre Settenani, libremente inspirado en “Blancanieves y los siete enanitos” de los hermanos  Grimm

Escrito y dirigido por Roberto Solofria

con Roberto Solofria, Antimo Navarra, Vincenzo Bellaiuto, Martina Porfidia

Escenografía: Antonio Buonocore

Vestuario: Alina Lombardi

Música: Paky Di Maio

Iluminación: Marco Ghidelli

Ilustraciones: Valentina Piscopo

Letra de canciones: Laura Bova y Roberto Solofria

Organización: Napoleone Zavatto

Una producción de  Mutamenti/Teatro Civico 14

(Versión italiana, traduzione di Marika Daniele)

Inaugurazione del 38 Festival Nazionale del Teatro per i Ragazzi, il più antico di Italia per quanto riguarda il teatro per bambini. Il Piccolo Teatro Don Bosco ha una certa magia, ma soprattutto un’eccellente distribuzione di poltrone in un gran contesto, oltre a elementi tecnici più che sufficienti per sistemare qualsiasi cosa. Per questo primo giorno, la direttrice del festival ci presenta dei dati interessanti: i 10 spettacoli della programmazione sono stati eletti tra i 150 che hanno visto durante l’anno, dando la sua parola che non si potrà vedere nulla che non sia buono e attuale, chapeau.

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Apre Bianca, Neve e i tre Settenani, della compagnia Mutamenti/Teatro Civico 14, con una intelligente scenografia che, senza dare tracce che implichino quello che è venuto a chiamarsi “spoiler”, fa la punta con salti mortali a un classico tra i classici. Dalla decisione musicale dei nani con partiture Paky Di Maio, che, certamente, non ci fanno mancare la Disney e questo sì che è un successo, fino al postmodernismo dello “Specchio Magico”, tutto in questa versione sorprende e diverte grandi e piccini. Forse qui sta uno dei loro migliori trucchi: son capaci di giocare con una doppia o tripla lettura a seconda dell’età e senza che ciò produca interferenze nelle diverse letture. In conclusione, Bianca Neve è un successo nell’unico luogo in cui può esistere il successo nel teatro per bambini: il gioco drammatico. Solamente quattro attori, solamente quattro, riescono a incarnare la Regina, i nani, il cacciatore, il principe, Bianca (neve) e ovviamente, il fantasma dello specchietto magico, senza la necessità di ricorrere a pupazzi. I tempi misurati al millimetro, i costumi risoluto e fantastico di Alina Lombardi e la incarnazione dei personaggi, fanno sì che uno finisca per contare le persone cercando somiglianze per decifrare quanta gente sta passando sul palcoscenico. Più di un bambino è rimasto a bocca aperta scoprendo gli unici quattro soggetti che mettevano in piedi tutto quel vivaio di personaggi. E tra tutti, spicca il regista e drammaturgo Roberto Solofria, che inoltre si carica sulle spalle tutto il lavoro più duro e brillante degli attori (faccio ancora silenzio per non “spoilerare”). La scheda della compagnia recita “Spettacolo adatto ai minori di…”, io, da parte mia e secondo quanto ho visto nei miei figli, lo aggiusterei così: a partire dai 4 anni il bambino si diverte sebbene a volte si perda nei cambi rispetto alla Disney e a partire dal minuto 45 si spazientisce, benché questo margine, i 45 minuti, sia qualcosa di comune per tutta la categoria degli spettatori del XX secolo ma che ai teatranti costa ammettere; a partire dai 5 anni il bambino lo vive con passione, si sorprende dei cambiamenti e addirittura si tappa le orecchie, spaventato per quello che poteva succedere, per poi riaprirle e sbellicarsi dalle risate o rimanere a bocca aperta; a partire dai 6, è una festa dall’inizio alla fine.

Ciò nonostante, c’è un dettaglio che al giorno d’oggi non sono capace di lasciar passare. L’opera si muove tra due personaggi femminili. Il primo, Bianca (neve) è ingenuo, innocente, fragile, incapace di stare in piedi da solo e la cui unica virtù è la bellezza. Il secondo, la Regina, è vendicativo, crudele, maldicente, scontento e tutto perché? Per non avere la bellezza di Bianca, ovvero, la bellezza si presenta come l’unico valore femminile. Per contro, tutti, tutti i personaggi maschili, incluso il nano più infantile, sono autosufficienti, generosi, forti nei limiti della loro statura, coraggiosi davanti l’incertezza, risolutivi e, quindi, la loro funzione è quella di proteggere, educare, istruire quella donna ingenua di Bianca. Ciò è così nella raccolta dei Grimm e così l’ha mantenuto lo spettacolo dei mutamenti/teatro civico, un fatto che neanche mi è sembrato che chiamasse l’attenzione degli adulti con i quali ho interagito a fine spettacolo, ma che, senza dubbio, sì che lo avrebbe fatto nella patria dei fratelli Grimm, la Berlino attuale.

P.D. Il giorno dopo continuiamo tutti a canticchiare la canzone dei nani.

 

Bianca, Neve e i tre Settenani,

liberamente ispirato a “Biancaneve e i sette nani” dei fratelli Grimm

scritto e diretto da Roberto Solofria

con Roberto Solofria, Antimo Navarra, Vincenzo Bellaiuto, Martina Porfidia

scene Antonio Buonocore

costumi Alina Lombardi

musiche Paky Di Maio

luci Marco Ghidelli

illustrazioni Valentina Piscopo

testi canzoni Laura Bova e Roberto Solofria

organizzazione Napoleone Zavatto

una produzione Mutamenti/Teatro Civico 14